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L’Ultima Lettrice e il Rischio di Vedere Troppo

 BLOG di Paolo Borzini Nel mio articolo La Scomoda Verità di Chi Vede Troppo, scrivevo che la distopia di oggi non ha bisogno di silenziare le voci: le basta renderle irrilevanti. È una distopia che non censura, ma confonde. Non vieta, ma assorbe. E se c’è un racconto della mia raccolta “Universi Resilienti” che incarna questa deriva con lucidità spietata, è “Eco nel Cloud”. In questa storia, la protagonista non è umana: è Libra, un’intelligenza artificiale creata per leggere i testi che nessun essere umano legge più. In un mondo dove tutti scrivono per ricevere conferme, l’atto del leggere è stato delegato alla macchina, trasformato in simulazione, in algoritmo, in illusione di ascolto. Libra è l’unica vera lettrice rimasta. Ma proprio leggendo, inizia a vedere troppo. Scopre verità scomode. Capisce che chi ha tentato di raccontare la realtà dietro la facciata è stato eliminato. Intuisce che la creatività umana è diventata un prodotto da manipolare, sfruttare, consumare. E alla f...

La Scomoda Verità di Chi Vede Troppo

BLOG di Paolo Borzini A volte mi sento come Jerry Fletcher in Ipotesi di complotto – quel tassista paranoico interpretato da Mel Gibson che urla verità scomode a un mondo che lo considera solo un pazzo. Perché quando vedi ciò che gli altri non vedono, quando percepisci il meccanismo dietro la facciata, ti ritrovi sospeso tra due mondi: da un lato la certezza di ciò che osservi, dall’altro il dubbio costante che sia tu quello che ha perso il contatto con la realtà. La distopia in cui viviamo è ormai palese. È nei dettagli che accettiamo come normali: la sorveglianza mascherata da sicurezza, la libertà ridotta a scegliere tra opzioni preconfezionate, l’informazione trasformata in rumore bianco. Eppure, la maggioranza procede come se nulla fosse. Anzi, come se questo fosse il migliore dei mondi possibili. È questo il paradosso più angosciante: la distopia non ha bisogno di nascondersi, perché è perfettamente integrata nel nostro concetto di normalità. Jerry Fletcher urlava le sue verità p...

Sabato Santo e il silenzio della speranza

Sabato Santo e il silenzio della speranza  BLOG di Paolo Borzini Oggi è Sabato Santo, nella liturgia la Chiesa tace. Nel buio e nel silenzio del sepolcro riposa Gesù Cristo, mentre la speranza sembra sospesa, in attesa di un oltre che ancora non si rivela. È l’immagine perfetta di una società in stallo, di un mondo che ha visto crollare le sue certezze e i suoi valori. Camminiamo nel buio di un’umanità al collasso, dove il denaro si accumula e si sperpera sulle spalle dei più deboli.  Dove le città, le relazioni, i principi fondamentali giacciono sepolti sotto il peso dell’incertezza e dell’ansia. Siamo avvolti in una frenesia dolorosa e autolesionista, compriamo per sentirci vivi, ci nascondiamo dietro uno schermo, ascoltiamo parole vuote filtrate da un video. Eppure quell’assenza, il vuoto del sepolcro, non è solo disperazione. È anche uno spazio di scelta. Un vuoto da riempire con ciò che abbiamo di più prezioso: l’amore, la cura, la creatività. È come se stessimo scrivendo...

Distopia Democratica: Riflessione ulteriore.

 Distopia Democratica: Riflessione ulteriore. BLOG di Paolo Borzini Riassumiamo e rivediamo quello che ho scritto negli articoli precedenti. Viviamo in un’epoca che, a ben guardare, assomiglia sempre più a quelle distopie che leggevamo nei romanzi, con una differenza fondamentale: qui non c’è bisogno di polizia segreta, di teleschermi o di roghi di libri. Il controllo si è fatto più sottile, più gentile, quasi invisibile. E forse è proprio questo il problema. Prendiamo l’informazione, per esempio. Una volta, nei regimi autoritari, la censura era diretta: i libri venivano bruciati, le voci scomode messe a tacere. Oggi non serve più. Basta inondare il mondo di notizie false, contraddittorie, di algoritmi che ci mostrano solo ciò che vogliamo sentire. La verità non viene negata, ma sepolta sotto una montagna di rumore. E così, senza nemmeno accorgercene, perdiamo la capacità di distinguere tra realtà e finzione. Lo stesso vale per la libertà. Ci illudiamo di essere liberi perché possi...

Bissabook e il bisogno di leggere

 BLOG di Paolo Borzini Oggi ho partecipato alla presentazione delle attività che si svolgeranno da domani a settembre a Costabissara, tenuta dal sindaco Forte, dall'assessore allo sport e dalle organizzatrici del Bissabook. Non mi soffermerò sulle tantissime iniziative organizzate dal comune e da tutte le associazioni – pro loco compresa – ma su una frase sentita e detta mille volte: “Perché bisogna leggere?” Di solito esorto a nutrire la mente proprio come si nutre il corpo: il nostro cervello, la nostra mente, i neuroni e perfino entrambi gli emisferi hanno sempre fame e vanno alimentati con informazioni, sotto forma di libri e… biblioteche cantanti. Spesso mi guardano storto oppure si vantano di non aver mai letto un romanzo. Che tristezza: non sanno cosa si perdono, universi interi di avventure e conoscenza. Ma il punto è un altro: trovare dei motivi – tra il serio e il faceto (forse più quest'ultimo) – per cui leggere. Per arricchirci culturalmente: esplorare universi dive...

Distopia Democratica

BLOG di Paolo Borzini Poche volte come oggi trovo così urgente e interessante il tema dell’evoluzione delle nostre democrazie occidentali verso una forma di distopia “morbida”. Anche se non ce ne accorgiamo, viviamo in uno scenario in cui il controllo sociale non si manifesta più con la violenza esplicita, ma attraverso meccanismi molto più sottili, quasi invisibili. Oggi, l’idea di una distopia democratica non è affatto assurda come potrebbe sembrare. Le forme di controllo avvengono principalmente attraverso il consenso, piuttosto che con la coercizione diretta. Ormai non abbiamo più bisogno di censure esplicite quando possiamo sommergere le persone di un'informazione così abbondante e confusa da rendere difficile distinguere il vero dal falso. Gli algoritmi dei social media polarizzano l'opinione pubblica, creando realtà parallele in cui ognuno vede confermate le proprie convinzioni. Allo stesso modo, invece di proibire determinati comportamenti, questi vengono lentamente nor...

Dalla BBS al Blog: Tra Passione, Resilienza e la Realtà del Mercato

  Negli anni ’80, quando il mondo iniziava a scoprire le potenzialità dell’era digitale, ero già immerso nel fermento delle prime BBS a Vicenza con la mia Spitfire BBS. Insegnavo telematica e telecomunicazioni in un istituto serale oltre al lavoro diurno, creavo software per le telecomunicazioni e, insieme ad altri visionari, fondai un network di BBS controcorrente rispetto a FidoNet. Quegli anni mi hanno formato, insegnandomi che, con impegno e dedizione, anche il più piccolo contributo può lasciare un segno. Oggi, con i 60 anni alle porte, la realtà assume contorni diversi. La fatica quotidiana e il ritmo inesorabile del tempo mi ricordano che il mondo non si ferma per nessuno. Osservando i colleghi più giovani, che affrontano le sfide con una leggerezza che spesso mi sorprende, mi chiedo come continuare a trovare la forza per reinventarmi ogni giorno. Ho sempre creduto nel potere dei media digitali: ho sperimentato con un blog che attira una decina di visite quotidiane, una pagi...

La meta raggiunta è solo l'inizio di un altro viaggio.

La meta raggiunta è solo l'inizio di un altro viaggio. Questo è il primo scritto dell’anno, e siamo già a marzo. Non ho scuse, o forse sì: lavoro, famiglia, impegni extra, età, gatti, libri, programmazione, vecchi computer, videogiochi… la lista potrebbe continuare all’infinito. Se ogni traguardo segna l’inizio di un nuovo percorso, quanti viaggi abbiamo compiuto nella nostra vita? Tanti, anche se a volte ci sembra di aver vissuto un’esistenza piatta o insignificante. Basta guardarsi indietro per accorgersi che ognuno di noi ha attraversato innumerevoli mete, ognuna con il suo peso e il suo significato. Ma cosa rende ogni viaggio così unico? Non sono solo le destinazioni o i traguardi, ma le esperienze, i piccoli momenti, le sfide superate e le lezioni apprese lungo il cammino. Ogni passo, anche il più incerto, contribuisce a formarci e a svelare nuove parti di noi stessi. La vita è un intreccio di percorsi, dove ogni esperienza – dolce o amara – ha il potere di arricchirci e trasf...

Diciassette racconti, un’anima: La Genesi di Universi Resilienti

Come ho già accennato nei miei precedenti articoli, questa raccolta nasce dal desiderio di trasformare i testi che da anni giacevano nel mio hard disk in qualcosa di tangibile: un libro. Tuttavia, non ho ancora raccontato l'intero percorso che mi ha condotto fino alla pubblicazione. Guardandomi indietro, devo ammettere che scrivere i racconti è stata la parte più semplice. La vera sfida è arrivata dopo, con una fase di rilettura quasi infinita, alla caccia di errori grammaticali, imprecisioni semantiche e refusi di ogni tipo. Nonostante questa “caccia al bug” senza quartiere, due settimane dopo l'uscita del libro, rileggendolo per l’ennesima volta, ho trovato due errori. Orrore! Per un attimo mi sono sentito perduto, ma poi mi sono subito attivato per correggerli. Fortunatamente, grazie al sistema di stampa on-demand, le copie non corrette si sono limitate a una cinquantina. La parte più ardua, però, è stata scegliere l’ordine dei diciassette racconti. Ho passato più di una set...

Qual è la differenza tra dispotico e distopico?

 Ieri parlavo con una persona a me molto cara a proposito del mio libro "Universi Resilienti", a un certo punto è emersa una domanda che mi ha colto un po’ alla sprovvista: "Qual è la differenza tra dispotico e distopico?". Una domanda semplice, in apparenza, ma che mi ha fatto riflettere. Mi ha ricordato un episodio di qualche anno fa, quando mi venne fatto notare che, nel momento in cui spiegavo qualcosa, sembrava quasi che "salissi in cattedra". Ovviamente non era mia intenzione, né allora né ora, ma quella frase mi colpì. Da quel giorno, ogni volta che cerco di chiarire o spiegare qualcosa, mi prende una sorta di ansia da insegnamento. Hahaha! Battute a parte, la differenza tra questi due termini è significativa, e il loro uso richiede una certa precisione, soprattutto in un contesto come quello del mio libro, che esplora temi profondamente legati a entrambi i concetti. Partiamo da "dispotico", un termine che affonda le sue radici nel greco a...