Sabato Santo e il silenzio della speranza

Sabato Santo e il silenzio della speranza 

BLOG di Paolo Borzini

Oggi è Sabato Santo, nella liturgia la Chiesa tace. Nel buio e nel silenzio del sepolcro riposa Gesù Cristo, mentre la speranza sembra sospesa, in attesa di un oltre che ancora non si rivela. È l’immagine perfetta di una società in stallo, di un mondo che ha visto crollare le sue certezze e i suoi valori.

Camminiamo nel buio di un’umanità al collasso, dove il denaro si accumula e si sperpera sulle spalle dei più deboli. 

Dove le città, le relazioni, i principi fondamentali giacciono sepolti sotto il peso dell’incertezza e dell’ansia. Siamo avvolti in una frenesia dolorosa e autolesionista, compriamo per sentirci vivi, ci nascondiamo dietro uno schermo, ascoltiamo parole vuote filtrate da un video.

Eppure quell’assenza, il vuoto del sepolcro, non è solo disperazione. È anche uno spazio di scelta. Un vuoto da riempire con ciò che abbiamo di più prezioso: l’amore, la cura, la creatività. È come se stessimo scrivendo il capitolo decisivo di un romanzo distopico, e il protagonista scopre che, nel cuore del caos, esiste ancora un seme di bellezza da coltivare. “Capitolo finale: l'Ultima Domenica conosciuta

La Pasqua ci ricorda che dalla morte apparente può nascere la vita. Il passaggio dall’oscurità alla luce è il cuore del Mistero, persino nelle distopie più cupe germogliano piccoli atti di solidarietà, gesti di coraggio civile, riscoperte della natura che ci circonda. Sono questi i semi di cambiamento che dobbiamo piantare oggi, per dare inizio a una vera Resurrezione sociale.

Ma se invece fossimo davvero arrivati al capolinea dell’umanità? Se fossimo sull’orlo del baratro, in attesa che qualcuno: un angelo, un messaggero alieno, un’idea rivoluzionaria, Elvis venga a prenderci, a caricarci su un autobus stellare e a portarci lontano dal caos che, in parte, abbiamo contribuito a creare?

In questo Sabato Santo restiamo nel silenzio e nel buio, ma senza abbandonare la speranza. 

Il seme piantato oggi potrebbe fiorire domani, trasformando persino la distopia più desolata in un giardino di rinascita. 

Buona vigilia di Pasqua, che ognuno di noi scelga di essere portatore di luce.

Paolo Borzini

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