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Visualizzazione dei post da aprile, 2025

L’Ultima Lettrice e il Rischio di Vedere Troppo

 BLOG di Paolo Borzini Nel mio articolo La Scomoda Verità di Chi Vede Troppo, scrivevo che la distopia di oggi non ha bisogno di silenziare le voci: le basta renderle irrilevanti. È una distopia che non censura, ma confonde. Non vieta, ma assorbe. E se c’è un racconto della mia raccolta “Universi Resilienti” che incarna questa deriva con lucidità spietata, è “Eco nel Cloud”. In questa storia, la protagonista non è umana: è Libra, un’intelligenza artificiale creata per leggere i testi che nessun essere umano legge più. In un mondo dove tutti scrivono per ricevere conferme, l’atto del leggere è stato delegato alla macchina, trasformato in simulazione, in algoritmo, in illusione di ascolto. Libra è l’unica vera lettrice rimasta. Ma proprio leggendo, inizia a vedere troppo. Scopre verità scomode. Capisce che chi ha tentato di raccontare la realtà dietro la facciata è stato eliminato. Intuisce che la creatività umana è diventata un prodotto da manipolare, sfruttare, consumare. E alla f...

La Scomoda Verità di Chi Vede Troppo

BLOG di Paolo Borzini A volte mi sento come Jerry Fletcher in Ipotesi di complotto – quel tassista paranoico interpretato da Mel Gibson che urla verità scomode a un mondo che lo considera solo un pazzo. Perché quando vedi ciò che gli altri non vedono, quando percepisci il meccanismo dietro la facciata, ti ritrovi sospeso tra due mondi: da un lato la certezza di ciò che osservi, dall’altro il dubbio costante che sia tu quello che ha perso il contatto con la realtà. La distopia in cui viviamo è ormai palese. È nei dettagli che accettiamo come normali: la sorveglianza mascherata da sicurezza, la libertà ridotta a scegliere tra opzioni preconfezionate, l’informazione trasformata in rumore bianco. Eppure, la maggioranza procede come se nulla fosse. Anzi, come se questo fosse il migliore dei mondi possibili. È questo il paradosso più angosciante: la distopia non ha bisogno di nascondersi, perché è perfettamente integrata nel nostro concetto di normalità. Jerry Fletcher urlava le sue verità p...

Sabato Santo e il silenzio della speranza

Sabato Santo e il silenzio della speranza  BLOG di Paolo Borzini Oggi è Sabato Santo, nella liturgia la Chiesa tace. Nel buio e nel silenzio del sepolcro riposa Gesù Cristo, mentre la speranza sembra sospesa, in attesa di un oltre che ancora non si rivela. È l’immagine perfetta di una società in stallo, di un mondo che ha visto crollare le sue certezze e i suoi valori. Camminiamo nel buio di un’umanità al collasso, dove il denaro si accumula e si sperpera sulle spalle dei più deboli.  Dove le città, le relazioni, i principi fondamentali giacciono sepolti sotto il peso dell’incertezza e dell’ansia. Siamo avvolti in una frenesia dolorosa e autolesionista, compriamo per sentirci vivi, ci nascondiamo dietro uno schermo, ascoltiamo parole vuote filtrate da un video. Eppure quell’assenza, il vuoto del sepolcro, non è solo disperazione. È anche uno spazio di scelta. Un vuoto da riempire con ciò che abbiamo di più prezioso: l’amore, la cura, la creatività. È come se stessimo scrivendo...

Distopia Democratica: Riflessione ulteriore.

 Distopia Democratica: Riflessione ulteriore. BLOG di Paolo Borzini Riassumiamo e rivediamo quello che ho scritto negli articoli precedenti. Viviamo in un’epoca che, a ben guardare, assomiglia sempre più a quelle distopie che leggevamo nei romanzi, con una differenza fondamentale: qui non c’è bisogno di polizia segreta, di teleschermi o di roghi di libri. Il controllo si è fatto più sottile, più gentile, quasi invisibile. E forse è proprio questo il problema. Prendiamo l’informazione, per esempio. Una volta, nei regimi autoritari, la censura era diretta: i libri venivano bruciati, le voci scomode messe a tacere. Oggi non serve più. Basta inondare il mondo di notizie false, contraddittorie, di algoritmi che ci mostrano solo ciò che vogliamo sentire. La verità non viene negata, ma sepolta sotto una montagna di rumore. E così, senza nemmeno accorgercene, perdiamo la capacità di distinguere tra realtà e finzione. Lo stesso vale per la libertà. Ci illudiamo di essere liberi perché possi...

Bissabook e il bisogno di leggere

 BLOG di Paolo Borzini Oggi ho partecipato alla presentazione delle attività che si svolgeranno da domani a settembre a Costabissara, tenuta dal sindaco Forte, dall'assessore allo sport e dalle organizzatrici del Bissabook. Non mi soffermerò sulle tantissime iniziative organizzate dal comune e da tutte le associazioni – pro loco compresa – ma su una frase sentita e detta mille volte: “Perché bisogna leggere?” Di solito esorto a nutrire la mente proprio come si nutre il corpo: il nostro cervello, la nostra mente, i neuroni e perfino entrambi gli emisferi hanno sempre fame e vanno alimentati con informazioni, sotto forma di libri e… biblioteche cantanti. Spesso mi guardano storto oppure si vantano di non aver mai letto un romanzo. Che tristezza: non sanno cosa si perdono, universi interi di avventure e conoscenza. Ma il punto è un altro: trovare dei motivi – tra il serio e il faceto (forse più quest'ultimo) – per cui leggere. Per arricchirci culturalmente: esplorare universi dive...