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Visualizzazione dei post da giugno, 2025

Evan Drake vuole il suo romanzo

BLOG di Paolo Borzini Evan Drake vuole il suo romanzo Chi ha letto la mia raccolta Universi Resilienti ha già incontrato per tre volte Evan Drake. Evan Drake, il mio detective preferito, è nato come un esperimento: provare a scrivere noir e hard-boiled in ambientazioni che, se non sempre fantascientifiche o fantasy, sono comunque tecnologiche, contaminate da un certo futuro possibile. Volevo capire se fosse possibile portare il fascino delle vecchie indagini in impermeabile, delle strade illuminate da neon sfarfallanti, dentro mondi dove le IA osservano, i corpi vengono potenziati e la realtà è sempre un po’ più sottile. Ma, come spesso accade ai personaggi riusciti, è cresciuto. E insieme a lui è cresciuto anche il suo ego. Ormai sta prendendo sempre più spazio nei miei appunti, nelle idee, nei racconti che scrivo. Ogni volta che penso di averlo parcheggiato per un po’, lui torna fuori, con un nuovo caso, una nuova indagine, una nuova ombra da inseguire. Ad oggi sono già otto i racco...

Non è estetica, è diagnosi!

BLOG di Paolo Borzini Non è estetica, è diagnosi. Ho cominciato a leggere il genere cyberpunk nel 1986, quando uscì in italiano Neuromante di William Gibson. Chiariamo subito una cosa. La fantascienza mi ha sempre affascinato, ma i sottogeneri che la compongono sono tantissimi, ed è riduttivo etichettarla tutta con un’unica parola. Basta pensare alle centinaia di libri scritti da Isaac Asimov. Si va dalle avventure di Lucky Starr ai robot, passando per i cicli della Fondazione. Molti autori, nella fantascienza degli anni ’40-’60, usavano il genere per far riflettere il lettore e affrontare temi spinosi. Catalogati semplicemente come “fantascienza”, quei romanzi riuscivano a passare indenni tra le maglie della censura e dell’accettabilità culturale. Basti citare Fiori per Algernon, che affronta il ruolo dell’intelligenza e della cultura nella vita, la condizione dei meno fortunati, l’uso degenerativo dei farmaci e il tema — ancora attuale — della sperimentazione animale e umana. Complet...

La mia libreria ha scaffali diversi...

BLOG di Paolo Borzini  La mia libreria ha scaffali diversi (e uno ha la S maiuscola) Sono un lettore onnivoro, e la mia libreria lo conferma. C’è di tutto, dai romanzi d’avventura pieni di sommergibili nucleari scritti da Patrick Robinson, alle missioni impossibili di James Rollins, dove il mondo rischia di finire almeno tre volte a libro. E prima ancora, tutta la pletora dei romanzi di Clive Cussler, con Dirk Pitt e Al Giordino sempre pronti a rischiare la propria vita, dalle fosse oceaniche fino alle cime delle montagne. Ho passato notti intere a seguire le indagini dell’ispettore Chen, tra shikumen affollate, templi, tè, tofu verde e battute sottili come la lama di un ventaglio.  Non mancano, naturalmente, i gialli con la G maiuscola quelli di Fred Vargas, che mescola folklore e crimini con la grazia di una penna che sa quando colpire piano e quando fare male con il grande spalatore di nuvole, e quelli del gelido Arnaldur Indriðason, dove ogni caso sembra un frammento di gh...

Non era il silicio a contenere i sogni, ma chi lo programmava.

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BLOG di Paolo Borzini   "Non era il silicio a contenere i sogni, ma chi lo programmava." Questa frase doveva essere il finale del racconto  Luna VI , contenuto in  Universi Resilienti . Ma Greg, il protagonista, ha voluto avere l’ultima parola. E io gliel’ho lasciata volentieri. Del resto, non volevo sottolineare che lui era solo una spalla. I veri protagonisti erano i robot. Poi quella frase l’ho stampata su cartoncino, scritta in oro su sfondo marrone bronzo, e l’ho appoggiata accanto all’Amstrad CPC 6128 Plus che ho portato al BissaBook 2025, durante l’evento “Incontra l’autore”. Due contesti diversi: un racconto ambientato su una base di un satellite artificiale e una mostra all’aperto, sotto il sole di maggio. Eppure, in entrambi, c’erano i computer. In entrambi, c’erano i sogni. Oggi si parla sempre più di computer, anche se spesso non li chiamiamo più così. Li chiamiamo IA, smartphone, IoT, GPU, veicoli autonomi, razzi su Marte… Ma dietro tutto questo, ci dimentich...