Evan Drake vuole il suo romanzo

BLOG di Paolo Borzini

Evan Drake vuole il suo romanzo

Chi ha letto la mia raccolta Universi Resilienti ha già incontrato per tre volte Evan Drake.

Evan Drake, il mio detective preferito, è nato come un esperimento: provare a scrivere noir e hard-boiled in ambientazioni che, se non sempre fantascientifiche o fantasy, sono comunque tecnologiche, contaminate da un certo futuro possibile.

Volevo capire se fosse possibile portare il fascino delle vecchie indagini in impermeabile, delle strade illuminate da neon sfarfallanti, dentro mondi dove le IA osservano, i corpi vengono potenziati e la realtà è sempre un po’ più sottile.

Ma, come spesso accade ai personaggi riusciti, è cresciuto. E insieme a lui è cresciuto anche il suo ego. Ormai sta prendendo sempre più spazio nei miei appunti, nelle idee, nei racconti che scrivo. Ogni volta che penso di averlo parcheggiato per un po’, lui torna fuori, con un nuovo caso, una nuova indagine, una nuova ombra da inseguire.

Ad oggi sono già otto i racconti che lo vedono protagonista, ben custoditi nel cassetto — come l'icona che indica una directory virtuale nel buon vecchio desktop Amiga 600 che mi guarda dalla scrivania.

Ed è proprio da lì che mi osserva e spinge, dalla finestra di FinalWriter, per un romanzo tutto suo.

L'altro giorno, forse per convincermi definitivamente, mi ha sussurrato questa frase:

"Il noir fantascientifico è quando l’uomo del futuro cerca risposte, ma trova solo la propria ombra, riflessa in un neon sporco."

Con una dichiarazione così, in tutta onestà, come potrei dirgli di no?

E voi cosa ne pensate?

Potete replicare qui o scrivermi alla mail: universiresilienti@borzini.it

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