Una storia che attraversa l’anima
Riflettevo sul fatto che scegliere il primo racconto di una raccolta non è un compito facile.
Il primo racconto è come un assolo di chitarra che apre la strada al brano, dando il tono all’intera opera. Tra quelli che considero indimenticabili c’è Eddie Van Halen all’inizio di Eruption: un inizio potente, capace di catturarti immediatamente. Lo immagino suonato con una '78 Super, magari mentre viaggio su una splendida West Wing, accompagnando un lungo tragitto o affrontando un inferno personale.
L’inferno è ciò che ci ha plasmato, ciò che ci ha reso chi siamo. Ma, in fondo all’anima, sappiamo che siamo noi a decidere il nostro futuro. C’è una battaglia continua tra il bene e il male, tra la luce e l’oscurità. Come nella vita reale, anche nei racconti di questa raccolta le scelte si riflettono nelle azioni e nelle lotte dei protagonisti. E, proprio come in un assolo, la melodia della vita può cambiare in ogni momento.
Anche se il presente cambia, il passato rimane immutabile, fermo nel tempo. E a volte il futuro si intreccia con esso. Il mio primo computer lo acquistai nel 1982, e da allora la tecnologia è stata una costante nella mia vita. Ho sempre cercato di conservare i computer che mi avevano lasciato qualcosa di speciale, un’emozione particolare. Gli anni tra il 1976 e il 1990 hanno visto nascere migliaia di computer diversi, frutto della creatività di ingegneri e pionieri che sognavano un computer in ogni casa.
Ogni modello era unico: dalla forma del monitor al joystick integrato nella tastiera, dalle micro-cassette come memoria di massa alle tastiere clacky. Sembravano avere un’anima propria, nonostante fossero spesso incompatibili tra loro. Anche nei miei racconti, la tecnologia e i retrocomputer fanno capolino qua e là, come piccole gemme di nostalgia. Sono invenzioni futuristiche che guardano al passato, un omaggio a quel periodo d’oro in cui la tecnologia sembrava avere ancora una scintilla di magia.
Sono storie di genio e passione, di società che promettevano di cambiare il mondo ma che spesso si dissolsero come castelli di sabbia, lasciando dietro di sé un’eredità di immaginazione. Quei computer, quei mondi, quegli sforzi pionieristici: tutto trova un modo di rinascere, proprio come i miei protagonisti, che lottano e si rialzano contro ogni previsione. O quasi.
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