Un pomeriggio di racconti, byte e sorrisi
Un pomeriggio di racconti, byte e sorrisi
Blog di Paolo Borzini
Sono appena rientrato a casa.
Il tempo di svuotare i borsoni – l’Amstrad CPC 6128 Plus, la powerstation, le tovaglie, le copie del mio Universi Resilienti – e mi sono subito rimesso alla tastiera. Voglio salvare, byte dopo byte, questa bellissima giornata.
Ai tempi di Autoprint, quando lavoravamo su un sistema innovativo per la prestampa con tecnologia inkjet, ho fatto le ossa tra fiere, convegni e manifestazioni. Parlare in pubblico, per me che sono timido, è sempre stato difficile. Mi vedo un po’ come un motore diesel: partenza lenta, ma poi non mi ferma più nessuno.
Oggi, nell’ambientazione del Parco del Donatore, di fronte al Centro Culturale Elisa Conte, è stato tutto molto piacevole. Qualche nuvola minacciosa è passata sopra le nostre teste, ma il tempo ha retto. La temperatura era perfetta, e anche l’organizzazione: impeccabile.
Sono arrivato un’ora prima dell’inizio e i tavoli erano già pronti. Ne ho scelto uno in leggera ombra, sotto qualche albero, così la luce non disturbava la visione del monitor dell’Amstrad.
Durante la manifestazione, una delle organizzatrici intervistava gli autori in un angolo allestito appositamente. Al mio turno, la prima domanda è stata: “A quale racconto della raccolta sei più legato?” Come invitarmi a nozze, “Nemmeno Dio” il primo racconto in assoluto che scrissi eoni fa.
Le altre domande parlavano di libri e fantascienza e lì mi sono sentito a casa, rispondendo con entusiasmo. Perchè la fantascienza per me non è solo evasione, ma uno specchio spietato e visionario: racconta il futuro per parlare del presente, esplora mondi impossibili per scavare dentro l’animo umano. È per questo che scrivo, e forse è per questo che oggi, parlando con chi si è fermato al mio tavolo, mi sono sentito in sintonia. Alcuni erano lettori di lunga data, altri semplicemente incuriositi… ma in ognuno ho visto quella scintilla di domanda, quel desiderio di scoprire cosa si nasconde dietro la copertina. Tante persone si sono fermate al mio tavolo, incuriosite dal libro… ma ancora di più dal bellissimo Amstrad CPC 6128 Plus acceso, su cui girava un mio programma in BASIC che presentava le schede dei racconti.
Un bellissimo pomeriggio, fatto di storie, chiacchiere e un tocco di pixel.
Paolo Borzini
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